09/01 2013

Risolviamo insieme il problema della monumentalistica fascista

Firmiamo questo appello in qualità di storici e storiche che per mestiere si confrontano con il passato e l’uso pubblico della memoria nella nostra provincia. Conosciamo le difficoltà dell’Alto Adige/Südtirol nel rapportarsi con la propria storia più recente e siamo consapevoli della pesante ipoteca rappresentata al riguardo dalla presenza di alcuni monumenti eretti nel Novecento.

Nella nostra veste di studiosi e sulla base delle nostre conoscenze e del nostro impegno civile sentiamo la necessità di questa pubblica dichiarazione. È finalmente ora che la questione dei monumenti di epoca fascista presenti nella nostra provincia venga risolta alla radice e in via definitiva. In primo luogo il Monumento alla Vittoria e il bassorilievo di Piffrader posto sul palazzo degli uffici finanziari a Bolzano continuano a rappresentare un elemento di divisione nelle memorie e nella rappresentazione della storia da parte dei principali gruppi linguistici della nostra terra. Ancor peggio, essi rappresentano un peso e un ostacolo per la pacifica convivenza. Non devono più essere utilizzati né come elementi identitari, né come occasione per affermare contro-identità; hanno bisogno, invece, di essere finalmente storicizzati in maniera profonda ed efficace.

Storicizzare significa fare in modo che il Monumento alla Vittoria e il “duce a cavallo” di piazza Tribunale appaiano, in forme chiare e inequivocabili, quali segni della loro epoca storica. Attraverso un’appropriata opera d’informazione va reso esplicito il loro spirito totalitario e contrario a ogni sentimento di umanità: chiunque vi passi davanti, locale o turista che sia e soprattutto se giovane, deve immediatamente percepire e avere l’opportunità di comprendere come tali monumenti siano figli di un regime che si è servito della violenza, del razzismo e della guerra quali strumenti di potere e che ha eretto tali architetture per esaltare i propri inaccettabili fini.

Riuscire a comunicare tutto questo in maniera chiara e a trasmetterlo in modo efficace rappresenterebbe il miglior antidoto contro il messaggio che questi monumenti portano con sé. Una soluzione definitiva del problema non potrà arrivare dal loro smantellamento o dalla rimozione anche solo di alcune loro parti, ma piuttosto da una seria spiegazione delle ragioni che hanno condotto alla loro realizzazione nonché delle loro valenze più profonde.

Per questo motivo consideriamo sbagliata l’idea di rimuovere e trasferire in altro luogo il bassorilievo di Piffrader. Si può certo comprendere la proposta, espressa dal partito di maggioranza e dalla giunta provinciale, di neutralizzare il “nocciolo” totalitario di quel monumento, di eliminare il motto fascista “Credere, Obbedire, Combattere”, nonché di allontanare da uno spazio pubblico l’immagine del duce. Ma la rimozione del bassorilievo non farebbe che accrescerne il peso nel dibattito pubblico, trasformandolo in un’icona capace di scatenare nuove ondate emozionali, rendendo impossibile un suo utilizzo educativo e una vera presa di distanza.

Per questo invitiamo con forza ad abbandonare il proposito di spostare il bassorilievo e di procedere invece per esso e per il Monumento alla Vittoria alla rapida realizzazione d’iniziative che mirino alla trasmissione di conoscenze e informazioni e che siano capaci di attivare moderne forme di didattica e di comunicazione.

Qualora ciò avvenisse, possiamo garantire alle autorità competenti che troverebbero in noi, in qualità di storici e storiche, la piena disponibilità a collaborare e a mettere a disposizione le nostre competenze per raggiungere in tempi rapidi soluzioni concrete, a vantaggio della pacifica convivenza nella nostra terra.

Andrea Di Michele, Hans Heiss, Hannes Obermair

Giuseppe Albertoni, Merano-Trento
Helmut Alexander, Innsbruck
Arbeitskreis für Theorie und Lehre der Denkmalpflege, Weimar
Valentina Bergonzi, Bolzano
Luigi Blanco, Trento
Ingrid Böhler, Innsbruck
Andrea Bonoldi, Bolzano
Siglinde Clementi, Bolzano
Gustavo Corni, Trento
Milena Cossetto, Bolzano
Elena Farruggia, Bolzano
Michael Gehler, Hildesheim
Christoph von Hartungen, Bolzano
Florian Huber, Innsbruck
Lutz Klinkhammer, Roma
Waltraud Kofler, Bressanone
Stefan Lechner, Falzes
Aram Mattioli, Lucerna
Brigitte Mazohl, Innsbruck
Hans-Rudolf Meier, Weimar
Wolfgang Meixner, Innsbruck
Giorgio Mezzalira, Bolzano
Paolo Nicoloso, Trieste
Günther Pallaver, Bronzolo-Innsbruck
Roberta Pergher, Lawrence, Kansas, USA
Hans Karl Peterlini, Bolzano
Rolf Petri, Venezia
Eva Pfanzelter, Innsbruck
Walter Pichler, Lana
Stephanie Risse, Bressanone
Carlo Romeo, Bolzano
Alessandra Spada, Bolzano
Horst Schreiber, Innsbruck
Gerald Steinacher, Cambridge, Massachusetts, USA
Leopold Steurer, Merano
Storia e Regione / Geschichte und Region, Bolzano
Oswald Überegger, Hildesheim
Martha Verdorfer, Bolzano
Cinzia Villani, Bolzano
Michael Wedekind, Vienna
Thomas Will, Dresda
Rolf Wörsdörfer, Francoforte

Per informazioni - Indirizzo della redazione:

Siglinde Clementi
c/o Südtiroler Landesarchiv
Archivio Provinciale di Bolzano
geschichteundregion@provinz.bz.it
Diazstr. 8 via Diaz
I-39100 Bozen/Bolzano
Tel. +39 0471 411972
Fax +39 0471 411969